Liberazione e rimpatrio

"Grande festa per la fine della guerra: musica, canti, ecc. Vediamo i fuochi d’artificio fatti a Varsavia."
Carlo Bertini, 8. Mai 1945

Dalla mostra

Appello “A tutti gli Italiani” di presentarsi per il rimpatrio al “campo degli italiani”, 1945
I lavoratori coatti liberati vennero sistemati in centri di raccolta. Gli ufficiali rimasero in un primo momento negli ex campi per i prigionieri di guerra. Entrambi i gruppi erano soggetti al comando delle forze alleate.

 

Appello in lingua italiana “A tutti gli stranieri” a Weimar ad astenersi da saccheggi e violenze, 1945
l lavoratori coatti e i detenuti dei campi di concentramento avevano sofferto a lungo la fame. Anche dopo la fine della  guerra i generi alimentari continuavano a scarseggiare. Molti  se li procuravano da soli rubandoli in depositi di provviste e  case private.

Il ritorno

Nel Centro di Assistenza Reduci di Bolzano si distribuivano viveri e vestiti agli ex lavoratori coatti e agli ex prigionieri dei campi di concentramento, che dopo una breve sosta proseguivano il loro viaggio. Per gli infermi erano a disposizione dei letti da ospedale. Un Ufficio Informazioni raccoglieva i dati su morti, dispersi e sulle condizioni di vita nei lager nazisti. Qui i familiari potevano chiedere informazioni sui dispersi. I comuni dell’Italia settentrionale inviarono a Bolzano autocarri per riportare a casa i sopravvissuti delle loro città.