80° anniversario - Internati militari italiani

L'8 settembre 1943 viene annunciato l'armistizio tra Italia e Alleati. Di conseguenza, i tedeschi rapirono centinaia di migliaia di soldati italiani, circa 50.000 dei quali non sopravvissero alla prigionia. In occasione dell'80° anniversario, il nostro evento si è concentrato sugli eventi e sulle loro conseguenze. Con il Prof. Brunello Mantelli | Università di Torino, il Prof. Nicola Labanca | Università di Siena, Virgilio Comberlato | parente di un sopravvissuto e moderato dalla Dott.ssa Sara Berger | Fritz Bauer Institute Frankfurt am Main.

L’ultimo testimone del campo per lavoratori coatti a Berlino Schöneweide

In ricordo di Ugo Brilli

 

Il Centro di documentazione sul lavoro coatto è in lutto per la scomparsa di Ugo Brilli. L’ultimo sopravvissuto dell’ ex campo per lavoratori coatti a Berlino-Schöneweide, dove oggi si trova il Centro di documentazione sul lavoro coatto, è morto il 17 giugno 2021 all’età di 99 anni nella sua Toscana.

A soli 21 anni il contadino e taglialegna toscano Ugo Brilli si trova a dovere affrontare due anni di sofferenze come prigioniero di guerra e lavoratore coatto. Nel settembre 1943 l’Italia rompe l’alleanza con la Germania nazista. L’esercito tedesco riceve l’ordine di catturare i soldati italiani, li deporta nel Reich Tedesco e li dichiara Internati Militari Italiani.

Tra i 650.000 Italiani c’è anche Ugo Brilli, che solo pochi mesi prima è stato chiamato al servizio nell’esercito italiano. Al momento della cattura si trova stazionato come marconista al confine con la Slovenia. Ugo Brilli finisce in un campo di raccolta e smistamento a Luckenwalde, nel Brandenburgo, e da lì viene mandato a Berlino come lavoratore coatto, insieme ad altri 30.000 commilitoni. Dapprima viene costretto a lavorare presso la Siemens, dove ha il compito di rimuovere le macerie. In seguito, deve lavorare in una falegnameria.

Ugo Brilli viene rilasciato dalla prigionia nel 1944. Ma deve rimanere a Berlino come lavoratore coatto civile. Viene trasferito nel campo per lavoratori coatti nr. 40 a Berlino-Weißensee. Lì riesce a “corrompere” il cuoco tedesco della cucina del campo con delle sigarette, che si procura al mercato nero.In questo modo riesce a ottenere il posto - relativamente migliore - di aiuto cuoco e qualcosa in più da mangiare per sé e per alcuni suoi compagni.

Il giorno 7 maggio 1944, Ugo Brilli riesce a sopravvivere a un’ incursione aerea al campo, durante la quale vengono uccisi 53 italiani, che avevano cercato riparo nelle fosse antischeggia. Ugo Brilli ricorderà questo giorno per tutta la sua vita. “Prima che io muoia, vorrei che questi miei poveri compagni, che sono morti lì, venissero ricordati”, dice durante un’intervista televisiva nel 2017.

Questo desiderio è stato realizzato nel maggio 2021. Su iniziativa di Ugo Brilli, nel luogo dove si trovava il campo per lavoratori coatti di Berlino Weißensee, la Commissione targhe commemorative e il Centro di documentazione sul lavoro coatto durante il Nazionalsocialismo hanno apposto una targa per commemorare i suoi compagni caduti. È con grande gioia che Ugo Brilli apprende di questa importante testimonianza tramite le fotografie che gli vengono inviate. Per lui non è più possibile recarsi di persona a Berlino per l’inaugurazione.

Tanti ricordi di Ugo Brilli riguardano Berlino Schöneweide. Infatti, alla fine del 1944 Ugo Brilli viene trasferito nel campo Nr. 75/76, l’attuale sede del Centro di documentazione sul lavoro coatto durante il Nazionalsocialismo. Lavora nuovamente come aiuto cuoco. Gli ultimi giorni di guerra nel 1945 Ugo Brilli li trascorre in gran parte nel rifugio antiaereo del campo. Dopo la liberazione tramite l’Armata Rossa, per sopravvivere non gli rimane che cercare qualcosa da mangiare nelle cantine delle case circostanti il campo.

Nel settembre 1945 Ugo Brilli, gravemente malato di tifo, e nel frattempo, è arrivato a pesare soltanto 48 chili, può tornare dalla sua famiglia in Toscana. In patria, l’ex Internato Militare Italiano - senza alcun riconoscimento o risarcimento per la sua prigionia in Germania - si costruisce una nuova vita. Riprende a lavorare nel bosco, si sposa e ha due figli.

In seguito visita la Germania e ritorna più volte a Schöneweide, nel luogo storico dell’ex campo per lavoratori coatti. Il 7 maggio 2013, all’inaugurazione della mostra permanente “Quotidianità del lavoro coatto”, Ugo Brilli racconta la propria storia. Condivide i suoi ricordi con studenti di entrambi i paesi. Come riconoscimento per il suo prezioso contributo per una cultura della memoria comune inGermania e in Italia, il 9 dicembre 2019 Ugo Brilli riceve la Croce al Merito della Repubblica Federale di Germania.

Ora Ugo Brilli, l’ultimo testimone che sapeva raccontare con arguzia e acume della propria sofferenza come prigioniero e lavoratore coatto durante la seconda guerra mondiale, ci ha lasciato a Campi Bisenzio, presso Firenze, all’ età di 99 anni.